Oggi sul sito del Listone è comparso un post in cui si ironizza sulla nostra richiesta che nel famoso ordine del giorno sulla “trasparenza”, si possano applicare totalmente i principi della legge sulla trasparenza e quindi oltre a i redditi e alle partecipazioni del consigliere o dell’assessore, pubblicare anche le spese sostenute in campagna elettorale e i redditi del coniuge e dei figli conviventi.
In merito al post comparso il 12 Settembre sul vostro sito vorrei precisare che la legge n. 441 del 1982 prevede “i soggetti indicati sono tenuti a presentare entro 3 mesi dalla proclamazione”:
- una dichiarazione concernente i diritti reali su beni immobili e su beni mobili iscritti in pubblici registri; le azioni di società; le quote di partecipazione a società; l’esercizio di funzioni di amministratore o di sindaco di società, con l’apposizione della formula “sul mio onore affermo che la dichiarazione corrisponde al vero”;
- copia dell’ultima dichiarazione dei redditi soggetti all’imposta sui redditi delle persone fisiche;
- una dichiarazione concernente le spese sostenute e le obbligazioni assunte per la propaganda elettorale ovvero l’attestazione di essersi avvalsi esclusivamente di materiali e di mezzi propagandistici predisposti e messi a disposizione dal partito o dalla formazione politica della cui lista hanno fatto parte, con l’apposizione della formula “sul mio onore affermo che la dichiarazione corrisponde al vero”. Alla dichiarazione debbono essere allegate le copie delle dichiarazioni di cui al terzo comma dell’articolo 4 della legge 18 novembre 1981, n. 659, relative agli eventuali contributi ricevuti. Gli adempimenti indicati nei numeri 1 e 2 del comma precedente concernono anche la situazione patrimoniale e la dichiarazione dei redditi del coniuge non separato e dei figli conviventi, se gli stessi vi consentono.
Quindi la questione è insita nella legge a cui voi fate riferimenti e non è questione di presentare i redditi degli antenati, ma il legislatore, giustamente, ha pensato che il dichiarante potesse avere dei redditi che il coniuge attribuisce al coniuge dichiarante senza che ve ne sia una ragione specifica o viceversa, per eludere il fisco, in parole povere dividendo per due l’imponibile totale della famiglia e non applicando la “comunione dei beni” si possono pagare meno tasse .
Spero che almeno su questo punto possiamo avere una visione comune e cioè che se sia giusto combattere sia gli evasori che gli elusori del fisco.
PS Lissone in Movimento non ha un Consigliere Comunale ! Quando (se mai) l’avrà sicuramente non avrà problemi a rispettare la legge vigente