Dell’incontro dell’Arcivescovo S.E. Mons. Delpini con gli Amministratori della Zona V Monza, il 10 marzo 2018 una parola mi ha particolarmente colpito.

C’è molto su cui riflettere.

Tutti inclusi, io per primo.

LUNGIMIRANZA.

“Lungimiranza” significa guardare avanti con un po’ di futuro, senza preoccuparsi unicamente di arrivare alla fine del mandato potendo esibire dei risultati che garantiscano la rielezione.

Dobbiamo valutare cosa è bene per questo paese, cosa mettiamo in gioco per il prossimo decennio, come immaginiamo il territorio. Insomma, identificare qualcosa che continui nel tempo, che proceda oltre, di Amministrazione in Amministrazione. Su questo bisognerebbe riflettere.

Ciò richiede libertà spirituale, perché è più allettante poter dire nell’immediato: “Io ho fatto questo, ho fatto quello, quindi sono un bravo Sindaco”. Va bene, ma dobbiamo guardare un po’ più avanti. “Lungimiranza” significa avere una prospettiva: come procederà la Brianza nei prossimi trent’anni? Dobbiamo chiedercelo. Magari è una riflessione da sviluppare non soltanto a livello di Comune, perché molte altre sono le variabili. Possiamo però almeno impegnarci a fare in modo che, anche qualora –per ipotesi– i nostri avversari politici vincessero, non conseguano tale risultato portando avanti una campagna elettorale nella quale screditano con cattiveria gli altri Amministratori. Questo è un modo aggressivo, ingiusto, obsoleto di far politica. Tuttavia, se abbiamo stipulato un patto con i cittadini e abbiamo lavorato per realizzarlo, possiamo rivolgerci a loro chiedendo di dirci in cosa siamo stati inefficienti. Questo domanda un po’ di libertà dall’attaccamento alla nostra poltrona… che tra l’altro – lo testimoniate voi stessi con esempi realmente accaduti –non è una poltrona comoda.