Lo slogan della campagna elettorale e della “pravda” (=verità) della maggioranza in questo caso merita un’aggiunta: “… ma paga sempre pantalone”.
Con una determina del dirigente al Bilancio del Comune di Lissone si sono spesi 850€ più IVA per cambiare la musica d’attesa del centralino del Comune.
Dal punto di vista meramente politico anche se il “Va pensiero” è stato usato come “Inno della Padania”, con la giustificazione che il librettista Temistocle Solera apparteneva alla cosiddetta “corrente neoguelfa”, assertrice di un blando federalismo, questo coro di esuli ebrei era stato uno dei simboli musicali più importanti del Risorgimento italiano. Nessun documento, peraltro, comprova la tesi che Solera fosse favorevole a un sistema federale per l’Italia, mentre è arcinoto che lo stesso Verdi era un fervente sostenitore dell’unità nazionale.
I costi: in un periodo di crisi come questo gli 850€ più IVA, frutto dei tributi dei cittadini lissonesi, potevano essere usati meglio ad esempio per sostenere le spese e le attività degli oratori feriali.
Visto che Sindaco e Giunta ne hanno fatto una questione di principio, paghino con i loro soldi, non con i nostri.