Ieri abbiamo ricevuto da un artigiano questo pensiero in cui ci chiedeva cosa ne pensassimo e se potevamo pubblicarlo su Lissone in Movimento.
Cosa ne pensiamo? Ci sembra bello ricco dei valori degli artigiani con la passione che nasce dal cuore di chi lavora la materia.
2013 l’anno dei funerali…2014… il fuoco sotto la cenere ?
Certo che è molto strano, per una città con riconosciuta vocazione mobiliera, che ancora conta (se procediamo di questo passo mi vien da dire… chissà ancora per quanto !?! ) diverse e numerose imprese di produzione e commercio del settore legno- arredo-mobile-design, che nel recente e meno recente passato hanno costituito identità e ricchezza in tutto il distretto brianzolo, ed hanno fatto sì che si sviluppassero patrimoni privati e pubblici non solo economici ma anche e soprattutto culturali, professionali, istituzionali e a disposizione di tutti: scuole, biblioteche, sale espositive e musei, nati tutti dall’entusiasmo e dalla voglia di fare e di fare bene.
Una realtà vasta, complessa e diffusa, non priva di conflittualità e tensioni come sono tutte le umane esperienze, che ha generato identità, cultura, lavoro, ricchezza, che è stata fino a oggi capace di tratteggiare “ le speranze” nel futuro, che è comunque un punto di partenza-riferimento per molti, che è comunque e ancora , anche se un po’ sbiadita, immagine riconosciuta dell’operosità, della creatività, della testardaggine, dell’ostinazione che a tratti rasenta l’eroismo di chi non si rassegna ad abbandonare la storia passata ed un presente di cui è figlio.
Stiamo vivendo un momento di grande “ tribolazione” e di immensa fatica; quotidianamente alla ricerca di risposte che non arriveranno da nessun altro se non da ognuno per se , ma non per ciò solo per se stesso.
Tutto questo è il fuoco sotto la cenere, ma i tizzoni accesi devono cercare di restare vicini per non spegnersi e per generare ancora calore, energia, luce .
Il falegname compie ogni giorno ( decine o centinaia di volte ) un gesto automatico, ormai inconscio: accarezza il legno dopo averlo lavorato; si dice che serva solo a verificare la giustezza del proprio gesto e la qualità del risultato; si dice anche che sia un gesto con cui chiede scusa al legno, amico quotidiano che gli dà da vivere; si dice ancora che sia una carezza di saluto perché non è detto che l’indomani si rivedano… un gesto che compie anche il sarto con la stoffa ,il muratore con la calce, il marmista con la pietra il fabbro con il metallo , il contadino con il campo ed i suoi frutti… Milioni di carezze che raccontano la passione, che raccontano l’anima dell’uomo chiamato ad essere custode di ciò che ha ricevuto e co-creatore-coltivatore di bellezza.
Dopo aver deposto un lumino a Fondazione Colore, un altro a Progetto Lissone, un altro ancora a Palazzo Del Mobile ed uno per ogni luogo dove non c’è più chi “accarezza” il proprio mestiere, vorrei tanto nel 2014 sentire che la mia città è ancora la mia città.
Consapevole che la fatica sarà ancora individuale ma “nostra”; consapevole che nessuno, se non chi accarezza ogni giorno il proprio mestiere, cercherà strumenti efficaci per riaccendere il fuoco.
Buon 2014…
buon fuoco sotto la cenere… alla ricerca di luce calore ed energia per il corpo e per lo spirito.
P.S.: Se attorno al totem del museo verticale non c’è “altro”, rischia di essere un monumento ai caduti …. Altro che arco di trionfo !