TARI: tariffa sui rifiuti

Pubblicato il 28 febbraio 2019

Ieri sera in Consiglio Comunale di è discussa di TARI (tariffa sui rifiuti).

Abbiamo fatto un’osservazione: la raccolta differenziata nella percezione di molti cittadini avrebbe dovuto produrre una riduzione significativa delle tariffe mentre alla fin fine le tariffe rimangono inalterata.  Infatti la differenziata comporta un lavoro che ogni cittadino fa in collaborazione con Gelsia.

I cittadini vanno a prendersi i sacchetti, devono comprarsi i bidoni per ogni sacchetto, devono tenersi questi nei loro spazi (in genere i balconi) devono portare fuori di casa a giorni prestabiliti i sacchetti giusto  e i bidoni di vetro e carta e cosi via. In certi condomini si deve pagare qualcuno (in genere le imprese di pulizia) per avere il servizio dello spostamento e ritiro dei bidoni del cartone, vetro ecc.

Quindi l’aspettativa di questo lavoro collaborativo si sarebbe dovuta concretizzare con una riduzione significativa delle tariffe. Ma non è cosi.

I costi di Gelsia sono aumentati dal 2018 al 2019 di circa 200.000€ per Lissone. Ci hanno spiegato dell’aumento dei costi di smaltimento e la contemporanea diminuzione dei costi del materiale recuperato (carta e cartone).

Poi il Comune sopperisce a questo aumento immettendo 200.000€ che arrivano dal CONAI. E’ una partita di giro, la TARI non aumenta, anzi diminuisce leggermente per le famiglie ma i 200.000€ sono sottratti dal bilancio comunale e si sarebbero potuti spendere per altre cose.

In conclusione:

  1. la differenziata, che ovviamente noi non contestiamo nella maniera più assoluta, che implica un lavoro collaborativo da parte dei cittadini, almeno dal punto di vista economico non ha prodotto i risultati che ognuno di noi si aspetta
  2. Le tariffe aumentano ma il Comune compensa con dei soldi che sottrae ad altre attività a bilancio e alla fine i cittadini si trovano una bolletta uguale a quella dello scorso anno.

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Risposte all’interpellanza sulla Ciclofficina

Pubblicato il 22 febbraio 2019

Tutti hanno saputo che il 3 Dicembre è stata aperta al pubblico la ciclofficina.

Avevamo chiesto alla Giunta, visto che c’è al suo interno uno sportello aperto al pubblico:

  1. Se al 3 Dicembre c’erano i collegamenti per la fornitura dell’acqua?
  2. Se al 3 Dicembre c’erano gli scarichi di collegamento alla rete fognaria?
  3. Chi ha dato il permesso di utilizzare questa struttura aperta al pubblico senza 1) e 2)
  4. Se è stato fatto l’accatastamento della struttura e quando (si chiede che venga fornita la documentazione relativa).
  5. Se sono state fatte tutte le certificazioni prescritte dalla legge 81/2008 relative alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro (si chiede che venga fornita la documentazione relativa).

La risposta è arrivata nel Consiglio Comunale del 21 Febbraio per voce dell’assessore Nava:

  • relativamente ai punti 1 e 2) alla data del 3 dicembre 2018 non erano stati effettuati i collegamenti per la fornitura di acqua e per il collegamento alla rete fognaria;
  • relativamente al punto 3): quale luogo di ricovero biciclette NON necessita di bagno e servizi igienici per gli utenti. Sarà comunque allacciato e reso operativo per quando ci sarà il gestore del servizio;
  • relativamente al punto 4): la struttura non è ancora accatastata, dobbiamo procedere con un affidamento dell’incarico per tale servizio ad un professionista esterno all’Amministrazione;
  • relativamente al punto 5): le certificazioni relative alla ciclofficina sono scaricabili al seguente link: https://app.box.com/s/bgy5nbm1xz4v35smce87xy9b4hfkqmru

I nostri commenti non potevano che essere negativi:

Come si fa a dare il permesso ad aprire una struttura frequentata da gente 3 giorni alla settimana senza bagno (o perlomeno senza i collegamenti di acqua e fogna), senza l’accatastamento (che ogni esercizio pubblico deve fare prima dell’apertura)?

Chiaramente un’operazione di marketing (tutti i giornali ne hanno parlato) ma senza il rispetto degli standard minimi che ogni privato avrebbe dovuto osservare per aprire una struttura del genere.

Ma sinceramente la cosa che mi ha dato più fastidio è che ho chiesto le certificazioni di sicurezza (legge 81 /2008) e mi vengono mandati i certificati di conformità dell’impianto elettrico, certificato di ultimazione lavori, certificato di prove sui calcestruzzi e così via.

Niente che ad esempio riguardi la valutazione dei rischi infortunistici e per la salute.

Insomma un marketing al contrario!


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