Roberto Perego entra in Consiglio Comunale
Pubblicato il 25 giugno 2015
Sono Roberto Perego nato a Monza nel 1954, vivo a Lissone, anche se il mio lavoro mi ha dato l’opportunità di vivere all’estero per alcuni anni, laureato in Ingegneria Elettronica con specializzazione post laurea in Marketing, ho avuto il piacere di lavorare come dirigente di grandi aziende multinazionali come Compaq e FIAT, e da 10 anni a questa parte sono socio in due aziende che si occupano di sicurezza aziendale e piani di emergenza; sono Consulente della Regione Lombardia per progetti di Internazionalizzazione delle Piccole e Medie Imprese Lombarde.
Ho iniziato a frequentare il Judo Club Lissone dal 1972 nel dove ho raggiunto il grado di cintura nera 2° Dan.
Sono un Operatore Professionista di Zen Shiatsu (che pratico a livello di hobby).
Sono sposato con Carla da 34 anni.
Prima di tutto è doveroso che io ringrazi Sergio Fossati, collega di Lissone in Movimento, che in questi 3 anni ha dato, in tempo e competenza, un apporto significativo al Consiglio Comunale e alla Commissione che ha Presieduto.
Grazie ai 93 voti di preferenza entro in questo Consiglio Comunale, “a partita iniziata” siamo infatti già nel secondo tempo, ma in questi anni sono stato, per così dire, “in panchina”, allenandomi, partecipando (per quello che mi e stato possibile) ed esternando le mie opinioni e le mie proposte.
Mi piacerebbe iniziare questa nuova avventura con delle considerazioni schematiche: dire dei “basta” e dei “vorrei” ovvero la contrapposizione tra il distruggere e la speranza.
Il primo “basta” è al continuo riferimento al passato, “lo facevano gli altri…”, “se gli altri non ci avessero lasciato..”.
Da tre anni governate e dovreste sentirvi responsabili delle cose fatte e non fatte. Il continuo riferimento al passato è un indice di estrema insicurezza nei vostri mezzi, perché avreste dovuto sapere qual era la situazione a Lissone e accettando la sfida elettorale avreste dovuto pensare prima a cosa dovevate e potevate fare.
Il secondo “basta” è alle spese inutili anche quando queste spese sono fatte con risorse arrivano da altri enti, sono sempre tasse nostre!
Per favore non dite più orgogliosamente “abbiamo speso tutto” specialmente quando i lissonesi vedono dove spendete questi soldi ad esempio le opere di arredo urbano su cui si sono investiti soldi pubblici, o dove non li spendete: le condizioni del manto stradale o lo stato di insicurezza per le strade e in stazione.
Non spendere “tutto” o spendere meno vuol poter dire fare pagare meno tasse comunali come IRPEF comunale o ICI, IMU, TASI.
Chiediamo meno ai lissonesi e non spediamo i soldi per cose che non danno nessun beneficio diretto ai cittadini.
Il terzo “basta” è la contrapposizione arrogante e maleducata in questo Consiglio Comunale che non solo fa perdere la fiducia dei giovani per le istituzioni, e che non permette di vedere questo Consiglio come un vero “agorà” di idee e dove c’è un confronto leale e rispettoso della persona. Ritorniamo allo spirito di servizio in cui ognuno porta il suo mattoncino per il bene comune indipendentemente da chi porta il mattone, chi costruisce e chi fa le rifiniture.
Invece il primo “vorrei” è un vorrei una amministrazione efficiente e moderna che copi, già nell’ambito comunale, dal privato l’utilizzo di tutti i mezzi moderni come skype, whatsapps, twitter, che eviti la prolissità e verbosità dei documenti, che parli una lingua che capiscano tutti, i giovani e gli anziani e non solo gli addetti ai lavori.
Usiamo strumenti di crowdfunding per finanziare iniziative che non potrebbero essere finanziate altrimenti.
Il secondo “vorrei” è una ancora maggiore attenzione alle necessità dei cittadini più bisognosi e in disagio, ai poveri, ai disabili, agli anziani, a chi ha perso il lavoro e la casa, alle situazioni famigliari critiche. Favoriamo le associazioni che si occupano di loro, aiutiamo gli oratori e le scuole paritarie.
Il terzo “vorrei” è la promozione di iniziative che abbiano un ritorno vero, ripeto vero, sulle attività dei commercianti e artigiani. Cominciamo a fare in modo che le assegnazioni dirette di lavori prediligano le aziende lissonesi (a parità di prezzo), questo genererebbe benessere che verrebbe ri-speso e che incrementerebbe anche le entrate comunali attraverso l’IRPEF.
Favoriamo il rilancio del 100Firme senza vincoli assurdi perché il rilancio del commercio di Lissone passa anche dalla capacità di attrattiva di persone da altre città. L’occasione di Expo è stata persa, il Fablab è ancora sulla carta. Non facciamo altri errori in questo settore. Ricordiamoci bene che ci sono un bel po’ di attività commerciali a Lissone che vanno avanti solo perché i titolari investono i propri risparmi per non chiudere le loro attività.
Infine chiedo la collaborazione di tutti affinché i lissonesi abbiano motivo di essere orgogliosi di noi che partecipiamo come loro rappresentanti in questo Consiglio Comunale e che secondo le nostre capacità e passioni riusciamo a fare qualcosa di importante per loro.
Al di la degli schieramenti, al di la delle ideologie.
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