In generale quando un qualsiasi cittadino compie degli atti legittimi secondo la legge non c’è motivo di critica anche se a volte sono cose deprecabili come ad esempio buttare i mozziconi fuori dal finestrino di un’auto o viaggiare a 50 km/h in una strada dove è consentito ma in cui c’è chiaramente una situazione di pericolo perché magari la strada è stretta e le condizioni di visibilità sono limitate.
Non sono atti punibili dalla legge e basta.
Quello che però vale per i normali cittadini non è sempre vero per chi si occupa di politica. Chi si occupa di politica anche se non viola la legge deve tener conto dell’opportunità politica di certi atti. L’abbiamo visto a livello nazionale dove molti politici hanno speso soldi pubblici come rimborsi spese che erano perlomeno criticabili (non stiamo parlano delle spese non consentite), cosi pure a livello locale quegli amministratori le cui aziende chiedono rimborsi per permessi retribuiti dai propri dipendenti per attività elettive. La legge lo consente ma l’opportunità politica direbbe che sarebbe meglio non farlo.
La trasparenza non è solo pubblicare il 740 per soddisfare un bisogno di voyeurismo sui redditi dei politici (e a Lissone l’Amministrazione per questo ha “dimissionato” un Assessore e un Consigliere Comunale) la vera trasparenza è quello di rendere pubblici i propri incarichi e/o interessi privati prima che lo scoprano i giornali o, se non lo si fa, di avere il coraggio di fare un passo indietro.