In Italia si parla di trasparenza a partire dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, la quale, all’articolo 1 comma 1, dedicato ai “principi generali dell’attività amministrativa”, prevede che “l’attività amministrativa persegue i fini determinati dalla legge ed è retta da criteri di economicità, di efficacia, di imparzialità, di pubblicità e di trasparenza... omissis” che la definiva come “accessibilità totale, anche attraverso lo strumento della pubblicazione sui siti internet delle pubbliche amministrazioni, delle informazioni concernenti ogni aspetto dell’organizzazione delle pubbliche amministrazioni, degli indicatori relativi agli andamenti gestionali e all’utilizzo delle risorse per il perseguimento delle funzioni istituzionali, dei risultati dell’attività di misurazione e valutazione svolta in proposito dagli organi competenti, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo del rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità”. La delega era focalizzata sulla valutazione di dipendenti e strutture della PA: la trasparenza, quindi, veniva ancorata alle finalità di controllo del rispetto dei principi che sorreggono l’agire pubblico.
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ovvero prevedere l’obbligo di pubblicare determinati dati pubblici, al fine di favorire il controllo sociale diffuso, è opportuno ed efficiente cogliere l’occasione per pubblicare in formato aperto, onde favorire anche il riuso e le potenzialità economiche di quei dati.
Cosa ci trova d’accordo:
Che il decreto trasparenza si applica a innumerevoli settori della vita pubblica, tra cui anche i redditi degli amministratori ma, principalmente ai criteri di economicità, di efficacia, di imparzialità, di pubblicità e di trasparenza.
Quindi oltre ai redditi, per soddisfare gli altri requisiti si dovrebbe, ad esempio, scrivere le delibere e le determine in un linguaggio chiaro a tutti (trasparenza), di assegnare lavori basandosi su almeno 3 offerte (e non solo per importi superiori ai 40.000€ (economicità), di segnalare le ragioni per cui si assegna un lavoro (costo o qualità) (efficacia), dettagli delle opere assegnate che compongono il totale commissionato (trasparenza) non assegnare lavori a chi ha sostenuto l’amministrazione in campagna elettorale (imparzialità).
Questo per noi è lo spirito della legge n. 33, non solo la pubblicazione dei redditi