“Io ritengo che ciascuno di noi abbia in sé un non credente e un credente, che si parlano dentro, che si interrogano a vicenda, che rimandano continuamente domande pungenti ed inquietanti l’uno all’altro. Il non credente che è in me inquieta il credente che è in me e viceversa. E’ importante l’appropriazione di questo dialogo interiore, poiché permette a ciascuno di crescere nella coscienza di sé….Mi sembra opportuno che i credenti erigano simbolicamente dentro di loro una cattedra dove il non credente possa avere parola ed essere ascoltato; ed è altrettanto opportuno e utile che chi non crede possa dare voce ed ascolto al credente”
(C.M. MARTINI, Le ragioni del credere, Collana I Meridiani, Mondadori, Milano 2011, pagg. 917-918).